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mercoledì 23 febbraio 2011

CUPIDIGIA CLERICALE NEL VENETO ISTITUZIONALE RELIGIOSO DANAROSO

Sul sito del Circolo UAAR di Verona (http://uaarverona.blogspot.com/)
troverete una paziente documentazione per il 2010 di innumerevoli finanziamenti
di Regione Veneto, Provincia e Comuni di Verona alle parrocchie cattoliche
elargiti a qualunque titolo, più o meno spirituale. Basta chiedere e il
contributo clerico-clientelare arriva con puntuale zelo.
Così i generosi amministratori devoti acquistano facilmente benemerenze
mistiche ed elettorali con i soldi degli altri…
Noi di solito riusciamo a documentare solo una parte dell’imponente quantità
di denaro che viene versato ogni anno nelle capaci tasche della Chiesa cattolica.
I politici, spesso più o meno indifferenti tanto all’etica pubblica quanto alla difesa della laicità delle istituzioni, quando non fanno a gara nell’assecondare l’invadenza e la cupidigia dell’ecclesia, purtroppo si guardano bene dall’opporsi.
Mentre nel corso di una drammatica crisi economica, aggravata da uno spropositato debito pubblico, litigano per i tagli qua e non là, nessuno sembra accorgersi dei fiumi di denaro pubblico che fluiscono ininterrottamente da tutti i livelli amministrativi alla Chiesa, senza nessuna flessione per le ristrettezze di
uno Stato in difficile equilibrio finanziario, ma nondimeno sfacciatamente
prodigo solo con essa.
Ognuno se la cava con lo scaricabarile... ma tutti osservano un assoluto indegno tabù nei confronti della costosissima Casta clericale.
In particolare, gli amministratori degli Enti Locali (Comuni, Province, Regioni) elevano frequentemente i più commoventi lamenti per la mancanza di soldi per gli asili, per l’assistenza agli anziani, agli invalidi, ecc. ecc. e la popolazione, specie quella bisognosa di assistenza e sostegno, si rassegna ignara che la penuria esiste solo per essa.
Tuttavia, tagli o non tagli governativi, i soldi, guarda caso, ci sono sempre
per i finanziamenti alla Chiesa cattolica, nonostante il suo immenso patrimonio immobiliare, il privilegio dell’8 per mille (persino delle quote non espresse…),
l’8 cento sugli oneri di urbanizzazione secondaria, l’esenzione dell’ICI anche
per gli immobili a destinazione commerciale, ecc. ecc.
Molti cittadini pare non sentano il bisogno di indignarsi quando vengono a
sapere della costante quantità di denaro pubblico che viene regalato in vari
modi alla ricca confessione cattolica, distraendolo dai servizi a favore di
tutti i cittadini.
L’ideologia cattolica non contempla la distinzione fra sacro e profano e il
rispetto delle persone diverse da quelle della sua parte.
Ai fedeli viene insegnato fin dalla nascita che non è la retta coscienza che
salva, bensì l’obbedienza! Chi insegna e ordina non ammette alcuna creatività da parte delle docili pecorelle, laonde per cui l’ideologia non si adegua ai tempi moderni nemmeno quando vengono raggiunte dalle società migliori delle preziose conquiste di valori di civile convivenza, opportunamente costituzionalizzati,
quali l’uguaglianza di tutti i cittadini.
Da qui la strenua difesa di privilegi materiali malamente ottenuti da precedenti regimi tirannici attivamente fiancheggiati, quando non addirittura cavalcati
come loro benemerita “Religione di Stato”.
Fin dal 1948 il Concordato fascista con il Vaticano risultò incompatibile con
la nuova realtà costituzionale della nuova Italia.
Gli italiani riuscirono a sbarazzarsi della monarchia, nonostante la sua
importanza nella tradizione risorgimentale, ma si dimenticarono di Porta Pia,
delle complicità vaticane con l’“Uomo della provvidenza”, e dei
benefit concessi all’ecclesia, che rimasero intatti: anzi sono stati progressivamente, inesorabilmente, sfacciatamente, aumentati, anche
durante la crisi. AUMENTATI !!!
Ma non è giusto che anche noi, che ci onoriamo di non appartenere a questa
religione tanto ipocrita quanto prepotente e avida, si debba contribuire
per la manutenzione dei suoi edifici, i costi della sua propaganda,
dell’indottrinamento e delle innumerevoli iniziative di penetrazione sociale.
Per non parlare di lauti stipendi e pensioni a cappellani, insegnanti, ecc. a
carico del bilancio statale per la gloria del povero e nullatenente Nazareno...
I devoti fedeli pare non intendano mantenere l’imponente apparato
clerico-burocratico, la sontuosa pompa rituale, le attività di richiamo
ludico-sportivo-assistenziali della loro istituzione religiosa e pretendono
di mungere uno Stato del quale, di diritto, quella cattolica non è più la
religione ufficiale, giusta la revisione del 1984 del pur famigerato Concordato mussoliniano.
“Pacta sunt servanda”?... Thiéh !
L’etica “non negoziabile” cattolica non considera immorale l’infedeltà
ai patti, per quanto solennemente sottoscritti, quando ci sono di mezzo i suoi
interessi materiali.
I taccagni fedeli vorrebbero andare in paradiso in carrozza, facendosi pagare
i conti delle loro costose devozioni dagli altri.
Sarebbe ora che confidassero di più nella “loro” “Provvidenza” e, se non basta, che allargassero la “loro” borsa…o, perlomeno, si accontentassero di meno…

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