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Tribuna per laici di qualità... che non si vergognano. Questo blog è una iniziativa personale di un libero pensatore e i suoi contenuti sono tranquillamente discutibili, sia quando figurano pensierini del curatore, sia riguardo agli articoli riportati da altri siti, così come qualsiasi altra opinione ospitata. Di ogni testo è responsabile il suo autore, che dalle nostre parti non viene mai ritenuto infallibile, anche se più o meno autorevole.

venerdì 2 aprile 2010

SI FA PRESTO A DIRE LAICITA'

Sarebbe assai opportuno per i laici convinti, militanti in qualche partito, adoperarsi per sensibilizzare i propri politici di riferimento sui temi della lai-cità, poiché altrimenti costoro, nei casi migliori, gigioneggiano nell'ambiguità evitando accortamente di lasciar trapelare anche una pur timida critica alla
religione nostrana, di fatto praticamente ancora di Stato nonostante la revisione concordataria del 1984.

Sui crocifissi, ad esempio, un finto discorso "distaccato" è stato quello di qualche esponente dell'area della cosiddetta sinistra, più o meno radicale o riformista, riguardante un tema che non c'entrava, e pertanto elusivo. Infatti, anziché pronunciarsi a favore della più che legittima e razionalmente fondata sentenza della corte europea, si sono smarcati agitando un argomento che non interessa a nessuno, quale la scarsa coerenza dei "cristofili" con il presunto insegnamento dell’ostentato suppliziato.

In sostanza si sostiene: piuttosto che agitarsi tanto per l’esibizione del loro simbolo, i crociati si preoccupino di osservarne le regole morali che implica.

Certamente è pur vero che i comportamenti degli zelanti e fanatici propugnatori del Cristo di Stato sono spesso in stridente contrasto con le qualità attribuite, a torto o a ragione, al soggetto esaltato, ma non è questa la questione trattata dalla sentenza della corte europea.

Il contendere riguarda la legittimità o meno di imporre a tutti un unico simbolo religioso nei luoghi pubblici, malgrado non sia più legalmente vigente la religione di Stato e i suoi indecenti privilegi (che tuttavia sono sfacciatamente aumentati più che nell’“era” fascista), e nonostante la Costituzione della nuova Italia democratica sancisca solennemente l'uguaglianza di tutti i cittadini e la libertà di ogni espressione di pensiero, culturale, morale, religioso, laico, politico, sociale.

Di fronte alla rumorosa e aggressiva campagna crocifissoria cui assistiamo, si evita di proposito di entrare nel merito della sentenza per rivendicare con essa i diritti dei non o diversamente credenti, per denunciare l'intolleranza sanfedista e l'illegittimità della pretesa clericale di esclusività propagandistica, respinta finanche da una autorevole corte internazionale che tutela il rispetto di una convenzione sui diritti umani sottoscritta regolarmente anche dall'Italia.

I nostri politicanti non vogliono “compromettersi” mettendo, sia pur cautamente, in dubbio "l'alto insegnamento" di autorità autoreferenziali non elette da nessuno C.E.I.), quando addirittura a volte appartenenti ad uno Stato estero per giunta non democratico (Vaticano), e preferiscono invece andar… "a caccia di farfalle sotto l'arco di Tito..."

Se non si prende posizione sull'imposizione dell’anacronistico Cristo di Stato, figuriamoci se si intende limitare la forsennata gara emulativa di finanziamenti pubblici a tutti i livelli amministrativi a favore delle più disparate iniziative confessionali, come da più parti documentato. Crisi o non crisi in corso, i soldi per i preti ci sono sempre, molti e subito. Per il resto i mezzi sono spesso insufficienti...pazienza!

In definitiva, la sensibilità laica che manca nello schieramento di destra, anche nell'arcipelago cosiddetto progressista sembra piuttosto scarsa.

Finanche qui occorre faticà...

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