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giovedì 16 dicembre 2010

SI FA PRESTO A DIRE "VALORI"...

L’ideologia ufficiale della Chiesa cattolica non contempla le implicazioni
della democrazia (da sempre peraltro avversata e mai adottata al suo interno), ossia il doveroso ritiro da posizioni di privilegio già divenute incompatibili con la nuova realtà costituzionale italiana fin dal 1948.
Quando si intende proporsi quali difensori della legalità e della Costitu-
zione, ci si dovrebbe spendere anche per l’uguaglianza di tutti i cittadini, giusto l’art. 3, e conformemente anche a quel sia pur discutibile Concordato che nella tardiva revisione del 1984 almeno sanciva finalmente la
cessata vigenza della religione di Stato, retaggio di antiche commistioni di
potere da dimenticare.
Siamo però di fronte a una colossale beffa all’italiana disinvoltamente
rifilata alla società da (quasi) tutti i politicanti in combutta della prima e seconda Repubblica, compresi i Presidenti di turno, garanti del nulla.
Addirittura le cose sono vistosamente peggiorate poiché, anziché provvedere a un piano do-vu-to di de-confessionalizzazione istituzionale, abbiamo assistito ad una gara forsennata di accumulo di privilegi nuovi, spesso chiesti e/o generosamente offerti da governanti e amministratori servilmente osse-quiosi, convinti di poter andare in paradiso in carrozza aiutando il loro dio con i soldi degli altri. Neanche Mussolini era giunto a tanto, pur in un regime clerico-fascista !
Non mi dilungo a fare elenchi di finanziamenti a tutti i livelli amministrativi, esenzioni fiscali, prebende, benefit vari, presenzialismo ufficiale, culti di Stato…tutto alla faccia di “pacta sunt servanda”…
Quando i tromboni della politica parlano di VALORI quale credibilità possono avere di fronte a tali vistose contraddizioni bellamente ignorate, se non ad-dirittura più spesso promosse, e con vanto, per evidenti fini clientelari?
Per l’etica cattolica, dai principi non negoziabili e anti relativista, la disinvoltura verso i patti negoziati, e l’indifferenza verso gli impegni sottoscritti, non rappresenta forse un vulnus morale tale da beffare il rispetto istituzionale e negare l’uguaglianza dei cittadini di fronte allo Stato ?
La lealtà e la coerenza con la parola formalmente data ai più alti livelli ge-rarchici non è un…valore non negoziabile?
Chiedere e/o sollecitare compiacenze illegittime, violando patti solenni, non è un comportamento di ignobile tornaconto, non è relativismo morale?
E per tutti i politici, continuare ad esaltare retoricamente la Costituzione solo per reciproche polemiche strumentali, non favorisce il qualunquismo?
Se un partito che si dice di sinistra o alternativo o semplicemente demo-cratico, e magari progressista, non esige il rispetto dei patti per affermare la laicità co-sti-tu-zio-na-le, negata e calpestata impunemente, allora quali speranze abbiamo ?
In che cosa consisterebbe una presunta alternativa al controverso sistema di potere in atto?
Come per la casta politica, esiste un’ampia documentazione anche sui costi ben superiori della casta religiosa, ma quali politiche vengono proposte per abbattere entrambi i parassitismi e risanare il debito pubblico? Siamo condannati in eterno alla penuria trascinandoci inutili palle ai piedi?
Una politica alternativa deve partire da qui, altrimenti questi immensi spre-chi divoreranno sempre ogni risorsa proveniente anche da una eventuale spesa oculata e da una (possibile?) decisa lotta all’evasione fiscale.
La coperta finanziaria sarà sempre drammaticamente corta per gli interventi sociali anche per un Governo di qualsiasi etichetta diversa…
Niente diritti civili: per confessionalismo illegale persistente e ahinoi condiviso; niente politiche sociali: per debito pubblico, casta politica e casta religiosa a perenne carico di Pantalone…
Resteranno solo le solite chiacchiere e le meschine diatribe fra nullafacenti.
Meditate gente, meditate…

Dicembre 2010
Marioque

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