FINO A QUANDO ?...

UNA MALEDIZIONE ITALIANA
che incombe imperitura nell’indifferenza delle “forze” cosiddette laiche e progressiste
Il patto concordatario, sia pur riveduto e corretto nel 1984, conserva le
sue nefaste conseguenze nella società italiana, aggravate dalle inosservanze clamorose grazie alla compiacenza di uno Stato fiacco e servile a “sovranità limitata”.
Nonostante la crisi economica e le ristrettezze finanziarie lamentate da Stato, Regioni, Provincie e Comuni, assistiamo a una corsa forsennata a finanziamenti clientelari inesauribili a favore di qualsiasi iniziativa nazionale, regionale o locale dell’ecclesia, di carattere strettamente religioso oppure celebrativo, culturale, ludico, sportivo, assistenziale, commemorativo, scolastico, propagandistico comechessia…
Per non parlare del presenzialismo ecclesiastico ufficiale a tutti i livelli a cominciare dalla TV.
Nell’Italia repubblicana, democratica, nata dalla Resistenza, ecc. ecc., una religione privilegiata, osservata di fatto ormai da una minoranza, figura ancora nei bilanci e nell’organizzazione dello Stato come una sua entità istituzionale pur non essendo più giuridicamente la religione ufficiale dello Stato stesso.
Quale sarebbe la presa della religione cattolica sulla società:
a) SE non ci fosse più, davvero, la religione di Stato, ossia se la Chiesa vivesse degli oboli dei suoi fedeli, senza più privilegi, quali esenzioni fiscali vergognose, finanziamenti pubblici illimitati, contributi continui per la manutenzioni del suo enorme patrimonio edilizio, stipendi e pensioni statali a consulenti e cappellani di vari settori…(1)
Giusta la modifica concordataria del 1984 circa la cessata vigenza della re-ligione di Stato, dovrebbe di conseguenza venire formalmente proclamata la fine dello Stato confessionale e affrontato un serio piano per la deconfessio-nalizzazione del Paese implicante la fine del presenzialismo ufficiale cessando la parificazione delle autorità religiose a quelle civili; l’eliminazione dei simboli religiosi dagli uffici ed enti pubblici; la dismissione dei funzionari-propagandisti di cui sopra dal libro paga statale; la soppressione dell’insegnamento religioso privilegiato nella scuola pubblica e la fine delle assunzioni a carico dello Stato di un nugolo di insegnanti nominati dalle curie secondo criteri di assunzione e statuto difformi dalle modalità di arruolamento e gestione riservate a tutti gli altri insegnanti di materie serie.
b) SE si educassero i genitori al rispetto della persona, cominciando dai propri figli, rinunciando a battezzarli appena nati…
La Chiesa rifiutando di somministrare i propri riti iniziatici a soggetti
incoscienti o immaturi dimostrerebbe da parte sua la coerenza con l’afferma-
zione di principio del rispetto della libertà altrui e stabilirebbe finalmente
una discontinuità con un passato di prepotenza che dovrebbe rientrare fra i comportamenti di cui la Chiesa stessa dice di essersi pentita.
Un pentimento generico di non meglio precisati “figli della Chiesa” per certe condotte passate non significa nulla. Sono le autorità ecclesiastiche che devono pentirsi di cose da loro stesse inventate e imposte: cose specifiche e concrete connotate di precise responsabilità storiche.
Il pentimento, per essere credibile, deve essere particolareggiato e non anonimo e portare al rigetto di quei comportamenti riprovevoli ancora perduranti. Perduranti !
Diciamocelo chiaramente, se prevalesse l’aspetto spirituale del messaggio cristiano con il conseguente abbandono del (fardello?) materialistico quale sarebbe il peso della Chiesa nella società italiana?
Quali chances avrebbe la cosiddetta “proposta cristiana” SE fosse una offerta fatta liberamente a spese dei propri fedeli a un pubblico adulto in una società pluralistica paritetica, in ambienti neutrali ?
I devoti fedeli, imboccati dai loro(ricchi)“pastori”, esigono il mantenimento dei privilegi storicamente malamente acquisiti da poteri civili tirannici, nonché sempre nuove concessioni per poter “andare in paradiso in carrozza”.
Il popolo cristiano, nonostante il dono “gratuito” della fede, non intende assolutamente mantenere di tasca propria la gigantesca organizzazione, l’apparato professionale a tempo pieno, le multiformi iniziative, la propaganda capillare, la teatrale pompa liturgica della sua ecclesia, come fanno ben più modestamente tutte le altre confessioni, ma pretende che il finanziamento del suo lusso sia a carico dei contribuenti dello Stato, quale che sia la loro preferenza.
Questi “spiritualisti” immaginari, privati del massiccio supporto statale, sarebbe interessante vedere quanto durano… ma naturalmente non accettano scommesse…
Attualmente, più che un rapporto con la ragione, la fede ha un fondamentale rapporto col condizionamento di massa di tipo ossessivo pubblicitario, con tanti saluti al rispetto della persona umana.
Checché ne dica il vecchietto del Vaticano, il rapporto tra fede e ragione non esiste, semplicemente perché la prima è un atto irrazionale basato sulla suggestione diseducativa precoce dei bambini e su quella permanente con la complicità dello Stato concordatario (nonché sui vantaggi economico-carrieristici degli adulti quali può offrire una multinazionale patrimoniale-finanziaria opulenta), mentre la seconda è un atto della mente basato su un processo logico-sperimentale condotto con metodiche adeguate e partecipate, elaborate per le diverse discipline specialmente negli ultimi secoli.
La fede è un insieme di fantasticherie senza riscontri oggettivi, la razionalità scientifica invece porta a conoscenze certe della realtà concreta, verificabili e controllabili.
Le cosiddette “verità di fede” sono infinite, nel tempo e nello spazio; sono controverse e spesso sanguinosamente conflittuali; le verità scientifiche, invece, sono uniche e universalmente condivise.
La scienza è umile, corregge all’occorrenza i suoi errori; è dinamica e sempre in progressione, mentre le ideologie religiose, quanto sono lontane dalla razionalità e dalla possibilità della più elementare verifica, tanto più sono fossilizzate, dogmatiche e presuntuose.
Niente è più relativo delle religioni e delle loro rispettive morali, pur tuttavia nessuno è più arrogante di esse !
All’inizio del terzo millennio è ancora diffusa la credenza nella magia, nei misteri, nella negromanzia, negli oroscopi, nelle predizioni, nei tarocchi, nei pendolini, negli amuleti, nelle apparizioni mistiche, nelle statue che piangono sudano e sanguinano, nei miracoli, nei castighi divini naturali o bellici, nella
efficacia delle preghiere per la pace… per la vincita di un concorso… per la
pioggia… per fermare la lava dell’Etna… per la salute (quando si guarisce)… e quant’altro di stravagante e comunque sempre di stampo materialistico.
La cultura scientifica è coltivata dagli specialisti e dalle élites; mentre al popolo, il potere (o la casta, o la cricca, o la mafia, insomma chi conta, chi domina), ritiene ancora che sia meglio somministrare fede e credulità per venire più facilmente eterodiretto.
Ma per essere democratico veramente uno Stato deve essere laico, imparziale, di tutti, e se proprio lo si vuole benefico, allora promuova lo sviluppo delle scienze che servono a tutti e non fanno male ad alcuno se bene applicate. Sul loro migliore uso eventualmente si ragioni e si disputi.
Uno Stato democratico dovrebbe essere il promotore, ed eventualmente il difensore, dell’uguaglianza e del rispetto dei cittadini nei suoi confronti e fra di loro.
Pertanto, operare per favorire con la mano pubblica questa o quella ideologia è un abuso che uno Stato democratico costituzionale non può permettersi: l’uguaglianza e il rispetto delle persone non sono optional !
Attenzione:
- si può mancare di rispetto alla Persona quando si opera e si favorisce il condizionamento infantile, mettendo impunemente le mani sopra soggetti plastici deboli e indifesi per ottenere interessati automatismi comportamentali futuri.
- si manca di rispetto alla Persona quando si impone a tutti per legge regole morali di parte, legittime per chi ci crede, ma inaccettabili a chi ne ha altret-tanto legittimamente di diverse.
- si manca di rispetto alla Persona quando si privilegia, con il denaro pub-blico, ossia di tutti, finanziariamente e fiscalmente una confessione particolare.
- si manca di rispetto alla Persona quando si concedono spazi ufficiali pub-blici, cioè di tutti, a rappresentanti e propagandisti di una confessione
privilegiata.
Uno Stato democratico non può che essere laico, ossia neutrale nei confronti delle diverse filosofie dei cittadini, ma non indifferente alla propria Costi-tuzione, se ce l’ha.
Uno Stato non laico o è uno Stato Etico (come quello fascista), o è uno Stato Confessionale, come di fatto lo è quello italiano, nonostante la sua inutilmente esaltata Costituzione.
Purtroppo i costituenti non hanno saputo o potuto, per ragioni sulle quali ancora gli storici disputano, evitare una vistosa contraddizione quando inserirono di peso nella Carta Costituzionale della nuova Italia democratica il Concordato mussoliniano con la Chiesa cattolica.
In quel tempo il triste documento conservava l’adozione della religione di
Stato, in stridente incompatibilità coi principi generali della nuova
Costituzione sulla parità dei diritti e l’uguaglianza dei cittadini indipendentemente dalle opinioni personali, dalle religioni, dallo stato
economico, dal sesso, ecc. ecc.(2)
Il patto scellerato fra un regime dispotico e una religione di antica
consuetudinaria complicità col potere autoritario, ricolmata di privilegi,
veniva assurdamente conservato anche nel nuovo Stato antifascista, nato
dalla resistenza, ecc. ecc.
Benché solo nel 1984 sia stato possibile, sia pur faticosamente, eliminare, se non il nefasto Concordato, almeno la vistosa antinomia della “Religione di Stato”, tutto in pratica è rimasto come prima, anzi, più di prima !
È una tipica beffa all’italiana che continua con una escalation sempre più sfacciata, con buona pace dei laici straccioni italiani.
Per quanto incredibile possa sembrare, al presente, i privilegi elargiti alla ex religione di Stato sono alquanto maggiori di quelli goduti sotto il famigerato regime fascista…
POVERO CRISTO… povero !
Marioque
1) Non tutti sanno che, ad esempio, i cappellani militari godono pur essi di una brillante carriera militare automatica con relativo stipendio tabellare progressivo: cominciano col grado di Tenente, poi Capitano, indi Maggiore, infine Colonnello. Vanno in pensione col grado di Generale. Carriera apostolica veramente… nazarena !
2) Il testo concordatario passato nella Costituzione conteneva ancora privilegi divenuti obsoleti oltre che ridicoli. I cosiddetti “Prìncipi della Chiesa”… presunti discendenti degli umili pescatori, si fecero riconoscere dall’”Uomo della Provvidenza” nientemeno gli onori mondani riservati ai Prìncipi di Casa Savoia. Ecco l’edificante “spiritualistico” testo:
"Trattato fra la Santa Sede e l’Italia - In nome della Santissima Trinità……art. 21: Tutti i Cardinali godono in Italia degli onori dovuti ai Prìncipi del sangue."
Cupidigia, vanità e privilegio, è la vera trinità per i…santoni…autorappresentanti del nullatenente nazareno…morto ammazzato per niente.
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