Una inaspettata sorpresa è riservata a quei fedeli di
“leva” che hanno fortuna nella vita. Sono costoro dei reclutati comuni, battezzati a loro insaputa quando non avevano la possibilità di difendersi, allevati in ambienti improntati al pensiero unico, accompagnati dal sottofondo di una colonna sonora litanica permanente, ignari nella sostanza della profonda evoluzione culturale degli ultimi tre secoli e fermi pertanto ai confini del pensiero pre scientifico, smerciato come pensiero definitivo del massimo livello razionale.
Insomma la filosofia spacciata per scienza e la scienza irrisa ogniqualvolta non
si concilia con la filosofia dei premurosi educatori, pardon ammaestratori. Salvo ricorrere come tutti gli altri alla scienza medica nel momento del bisogno invece
di accontentarsi di preghiere, giaculatorie, amuleti, santini e lumini…
Queste poco invidiabili condizioni difficilmente potrebbero essere considerate quali circostanze fortunate e, infatti, sono esattamente il contrario di una educazione liberale e moderna, improntata allo sviluppo delle potenzialità individuali mediante conoscenze certe, cioè scientifiche, e l’esercizio metodologico della comparazione delle diverse opinioni, pratica che favorisce l’acquisizione del necessario spirito critico per maturare la capacità di un giudizio di valore personale, consapevole, autonomo e non indotto.
Una persona ammaestrata e programmata non sarà mai libera e autonoma, bensì soggetta ed etero diretta. Il condizionamento ideologico, qualora risulti ben riuscito, assicura individui addomesticati e osservanti, utili e sottomessi al dominio dei manipolatori del consenso sociale pre-fabbricato.
Questo discorso non riguarda naturalmente le persone scaltrite intellettualmente, verso le quali il condizionamento non è ben riuscito, e che tuttavia per puro calcolo preferiscono fingere di essere convinte dell’ideologia corrente.
La furbizia è una qualità umana assai vantaggiosa e consente a persone dotate di buone capacità personali di sfruttare proficuamente l’ingenuità altrui e i vantaggi che possono derivare assecondando una multinazionale immobiliare-finanziaria opulenta, abbarbicata strettamente al potere statale dal quale ottiene, in particolare in Italia, ogni sorta di privilegi, godendo ancora dello status di anacronistica religione di Stato.
L’importante è saper
darla ad intendere, non
darsela ad intendere.
Darla ad intendere, pur discutibile eticamente, è però un calcolo mentalmente sano; darsela ad intendere, invece, è un comportamento patologico…
Il primo caso riguarda un modo di agire consapevole e quindi moralmente rilevante; il secondo è un atto illusorio e inconsapevole e pertanto moralmente irrilevante.
Tertium possibile, ma a volte scomodo e pertanto raro, sarebbe:
scienza e coscienza, ossia la sincerità consapevole ed avveduta di una persona sana e moralmente retta, che dice quello che realmente pensa e fa quello che dice.
A ciascuno la sua scelta: il vantaggio a qualunque costo o la dignità…
Si osservi, in ogni modo, la relazione fra i cosiddetti
Valori affermati e il comportamento pratico di eminenti personalità laiche o religiose… L’indagine è fin troppo facile, impietosa e irriverente per le prime, mentre per le seconde l’interesse ideologico ufficiale e la diffusa superstizione tremebonda induce a una valutazione piuttosto cauta e minimizzante, quando non addirittura omertosa.
Per l’uomo-massa, ben intronato dal pensiero unico dominante, inculcato dalla culla alla bara con il supporto attivo dello Stato concordatario, il rischio di prendere coscienza della sua condizione di
“falso rapporto con la realtà” è molto limitato.
In difetto di un apprezzabile spirito di curiosità, le persone comunemente pigre seguono la via più facile, quella ideologica, ossia si fidano di una rap-presentazione della realtà fatta da altri (“i Pensatori”) per loro ma non
da loro.
La lotteria religiosa è quanto di più relativistico si possa immaginare nel mare infinito delle teologie e degli dèi inventati nella storia umana. Tutto dipende dal tempo e dal luogo dove uno ha la ventura di nascere e ciascuno ritiene,
curiosamente, che la propria religione sia, guardacaso, proprio quella giusta, casualmente imbroccata…
I “fedeli, essendo normalmente convinti di quanto hanno assorbito senza sforzo fin dalla nascita in assenza di alcun confronto con posizioni diverse, non dubitano della assoluta verità dell’ideologia ambientale, continuamente reiterata nelle ricorrenze rituali private e abusivamente statali (la religione di Stato non è più vigente dal 1984: nessuno se n’è accorto? Guardiani dormienti e difensori parolai della Costituzione e della Legalità dove siete?).
E qui scatta il meccanismo micidiale che impedisce generalmente di uscire dalla trappola mistificatrice: perché infatti perdere tempo per una inutile erudizione dal momento che si è già convinti?
Se alcuno ha qualche strano dubbio si rivolga al prete che deve studiare l’ideologia per mestiere: il fedele non ne ha bisogno…
Così l’infelice non scoprirà mai la frode e seguiterà a fidarsi degli imbonitori che continueranno a propinargli brani selezionati dell’asserita “Parola di Dio”.
Ecco perché è solo in seguito a un vero e proprio colpo di fortuna che un ingenuo in buonafede può imbattersi in una scoperta che gli cambierà la vita. Una sorpresa incredibile è infatti dietro l’angolo, a portata di mano, facile, semplice, a buon mercato.
Ma non tutti lo sanno !Credendo volonterosamente di migliorare la sua fede approfondendone la conoscenza, il fedele “vergine” si troverà invece di fronte a una verità sconcertante e insospettata: scoprirà la miserabile frode, l’assurdità di una favola terrificante di pessimo gusto, frutto dell’immaginazione malata di ignoti autori deliranti e maligni, perversi sadomasochisti patologici, compiaciuti macabri cultori della sofferenza e della morte, apprezzati nei secoli da soggetti non migliori di loro.
Il dio biblico è rappresentato e celebrato come un barbaro sanguinario fatto
ad immagine e somiglianza dei suoi barbari inventori; non risulta affatto un
dio d’amore come si blatera impunemente e il suo figlio (segreto) non è certo un
sacrocuore.
Se la Bibbia non si legge ma si custodisce come un feticcio, non si scoprirà mai l’inganno.
Sembra incredibile che un imponente apparato teologico, mistico, burocratico, folcloristico, feticistico, apparentemente maestoso e solenne, si riveli a un semplice esame critico come un ambaradam di cartapesta, anche se propinato con pomposa sicumera e spocchiosa presunzione da personaggi ridicolmente esibizionisti, carnevalescamente paludati ancora come antiquati ierofanti idolatrici di epoche arcaiche.
SI INVITA DUNQUE ALLA LETTURA DELLA BIBBIA !
Le cose proibite sono di solito ambite e ricercate; invece le cose ammesse sono spesso trascurate o snobbate. È questo il caso della Bibbia, quell’insieme di libri formanti un librone che viene spacciato nientemeno per la
“Parola di Dio”, contenente la
“rivelazione” delle cose sopra-naturali e l’indicazione delle norme per il retto comportamento nella vita (sic!).
Per gli Ebrei vale ancora e solo il cosiddetto “Antico Testamento”, mentre i cattolici vi aggiunsero anche i “deuterocanonici” (libri considerati apocrifi dagli Ebrei, nonostante appartenessero alla loro storia, come i Maccabei), infine tutti i cristiani delle varie confessioni accolsero più o meno il “Nuovo Testamento”.
Per i cristiani, un unico Iddio sarebbe l’ispiratore di questi due Testamenti della discordia, i quali nell’insieme costituirebbero un insegnamento teologico morale in itinere.
Già, perché Dio si rivela a puntate, scandite nei secoli, e solo gli ultimi lettori dei suoi messaggi avrebbero la possibilità di capire il disegno complessivo concepito da questo celeste pedagogo modulare.
Per gli Ebrei, dunque, Elohim, alias Jahvè, alias Padre-Figlio-Spiritosanto, avrebbe parlato per niente…
Ad ogni modo, l’Antico Testamento fu tradotto dall’aramaico e dall’ebraico prima in greco e poi in latino, e il Nuovo Testamento, scritto primieramente e stranamente in greco, fu anch’esso tradotto ben presto in latino.
I Latini, pertanto, ebbero il privilegio di disporre delle “Sacre Scritture” nella loro lingua madre, seppur nei limiti di ingombranti supporti papiracei e pergamenacei piuttosto rari e costosi. Considerando poi il diffuso analfabetismo imperante, anche i testi scritti servivano a ben poco, laonde per cui, per le “masse”, il veicolo principale di trasmissione della “Parola di Dio” fu la parola degli uomini. Ai fedeli non restava altro che fidarsi dei propagandisti, che in quei tempi si chiamavano presbiteri.
Dopo le note risse furibonde fra le varie correnti, fazioni, conventicole, gruppi, gruppuscoli in cui si suddividevano gli estimatori di una trentina di Vangeli contrastanti, finalmente prevalse la corrente paolina che, per la sua compatibilità col potere costituito, ottenne l’omologazione imperiale. Tale operazione, iniziata da Costantino e poi definitivamente perfezionata da Teodosio, istituì il Cristia-nesimo quale Religione Ufficiale dell’Impero.
Così Gesù, da messia ebreo liberatore fallito fu trasformato nel Cristo di Stato della potenza pagana occupante. Una bella beffa !...
Tutte le altre religioni furono abolite e i dissidenti cristiani (eretici) divennero automaticamente nemici anche dell’Impero. Il modo in cui avvenne questa
“pulizia etnica” è (o dovrebbe essere) a tutti tristemente noto. Il
“Dio degli eserciti” colpì ancora, con la solita mano pesante, questa volta attraverso i provvidenziali imperatori romani più o meno convertiti!
Ideologicamente, per la vulgata popolare, quello che alla fine ne venne fuori fu un raccontino innocente come quello della Bibbia illustrata per i bambini.
Per gli adulti, la predicazione ufficiale si basa, ancora oggi, su passi biblici selezionati dai portavoce autorizzati e disposti in una sequenza apparentemente lineare e coerente, e chi si accontenta delle prediche domenicali non viene a saperne più dei fanciulli…
I fedeli, essendo stati intronati fin dalla nascita con stimoli e messaggi a senso unico, ritengono ovvie le “verità” di fede e non sentono il bisogno di controllarne i fondamenti, pur potendolo fare, oggi.
Nel passato la lettura della Bibbia era proibita dalla Chiesa a tutti i laici, con severe sanzioni spirituali e soprattutto materiali…piuttosto calde.
Una grave minaccia furono ritenute le prime traduzioni della Bibbia nelle lingue nazionali e la sfida protestante del “libero esame” individuale fu ben più pericolosa per la Chiesa romana della lotta contro il vergognoso mercato delle indulgenze.
Nel passato alcuni pochi istruiti potevano trovare uno stimolo dal proibizionismo e riuscire a leggere clandestinamente qualche pezzo di Bibbia in latino, finendo facilmente nell’eresia o nella miscredenza.
Oggi la Chiesa cattolica, incalzata dal protestantesimo e dall’illuminismo, si è decisa ad ammettere la traduzione nelle lingue moderne dei “Sacri Testi”, non temendo più la scandalizzazione dei fedeli, poiché s’è resa conto che a ben pochi interessa leggerli.
La mancanza di proibizioni toglie la curiosità e rende indifferenti verso l’argomento religioso, proprio quando l’alfabetizzazione di massa permetterebbe il controllo critico di un libro impossibile da parte di tutti.
Nonostante le cautele minimizzanti e giustificatorie dei commentatori del Libro, che si esplicano in notazioni a volte ridicole e infantili, il rigetto del contenuto viene talmente spontaneo che risulta controproducente consigliarne la lettura a una persona semplice e pia.
Ma il rischio è poco frequente, inquantoché la base superstiziosa della fede comune indotta dal condizionamento infantile, induce a venerare il Libro come un oggetto magico, come una reliquia, che porta bene solo a possederla.
Il credulo, come detto, non avverte alcun interesse ad approfondire quello che ormai ritiene di sapere, bastandogli le già abbastanza noiose reiterazioni domenicali.
Quanto allo sfizio di controllare, ciò risulta superfluo a chi non è stato educato
al senso critico, e per un fedele, poi, un dubbio sarebbe irriverente verso i “ministri di dio”. Inoltre, una lettura non devozionale ma critica del “Testo Sacro” verrebbe addirittura considerata una blasfemia.
Pertanto diffusione sì, lettura no !
Tantomeno si può cadere nella tentazione, superando la pigrizia e la tremebonda soggezione alla terribilità di un dio permaloso, di leggere un saggio interpretativo scritto da uno studioso privo dell’imprimatur ecclesiastico.
Così i creduli non scopriranno mai i…tesori di questo librone osceno: porcherie, delitti, massacri, catastrofismo, maledizioni, promesse favolose e pentimenti disumani di una divinità instabile, irascibile, crudele e vendicativa fino alla quarta generazione…e oltre.
Tale risulta essere Jahvè-Padre e non meno il suo unigenito incarnato, tutt’altro che mite e mansueto, come si vuole far credere ignorando i passi evangelici scabrosi, per quello che valgono, ma che “loro” considerano veri, veraci, veritieri in modo assoluto. Ciononostante sono brani accortamente esclusi dalla predicazione corrente o propinati edulcorati e sterilizzati del contenuto drammatico e controproducente.
In definitiva, i più assidui lettori e commentatori del libraccio sono gli atei, i quali ricavano dalla loro apparente fatica un meritato svago assicurato.
Sono tali le assurdità, le corbellerie e le ingenuità di questi scritti mitologici e leggendari, che, superato il primo stupore (e a volte anche lo sdegno), ci si può abbandonare tranquillamente a una piacevole ilarità.
Provare a leggere per credere…
I creduli, ignoranti (di religione), pigri e tremebondi non sanno quello che si perdono !
Marioque
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